Randagismo, un problema sempre più attuale

venerdì 16 aprile 2010 08:43 Pubblicato da Unknown


La legge quadro n. 281 è del 1991, le Regioni si sono prese i tempi italici per la sua applicazione, chi 3 chi 6 anni e più. Leggendo una interpellanza parlamentare del 22 febbraio 2001 la troviamo attualissima: nelle tematiche e nei fatti poco è cambiato 9 anni dopo. Al termine dei 10 anni la legge che sarebbe in materia tra le più avanzate d’Europa, in realtà è stata in gran parte inapplicata. I nostri legislatori e le nostre leggi sono ottimi, peccato che poi non si abbiano i risultati cui le leggi tendono o dovrebbero tendere. I primi a non ottemperare a queste leggi sono proprio le istituzioni : enti locali ed asl. Che oltre tutto sono l’un contro l’altro armati perché di diversi colori politici. In questa confusione è sempre più difficile capire i colori e gli orientamenti, del resto poco importanti quando gli animalisti sono decisamente trasversali ai partiti. Inoltre, ad onor del vero, gli stanziamenti sono nel tempo, con par condicio, diminuiti ad ogni Governo che si è succeduto. Sarebbe il caso di ricordare che c’è anche un problema di salute pubblica.


La sterilizzazione è il primo atto per la diminuzione del randagismo, se si fosse fatta dal 1991, non saremmo arrivati a questo punto di scoppiare. Ma le asl non hanno mai avuto abbastanza fondi. Forse neanche la volontà visto che in Sicilia dopo i fatti di Scicli e Modica è stata offerta la clinica mobile veterinaria che ha effettuato in Romania circa 2500 sterilizzazioni da parte di Lamento Rumeno. A volte neanche la gratuità convince le povere asl e i poveri comuni. Le sanzioni per chi abbandona un animale, origine di tutti i mali, nostri soprattutto, sono notevoli. Ma chi l’ha mai visto uno mentre abbandona un animale? Si segue l’iter che la legge prevede. I vigili se e quando vengono con i sudori freddi devono essere agevolati, cioè bisogna tenere il cane immobilizzato per mostrarlo, meglio che sia incidentato, facilita l’immobilizzazione. Loro chiamano il furgone della competente asl per il prelievo del cane. Succede a volte che il furgone, guarda caso, sia rotto. Allora ci si rivolge ad asl più lontana, mentre il cane fortunatamente incidentato aspetta 2, 3, 4 ore. Poi magari vengono gli esperti accalappiatori che non hanno guanti, museruole od altro. Men che mai c’è un veterinario che possa somministrare un sedativo. Ci mancherebbe!

Consiglio: prendetelo voi e portatelo da un veterinario privato. Infatti così spesso accade. Ovviamente poi lo dovete gestire voi, come succede a tutti i volontari che si conoscono. Le Regioni hanno uno stanziamento automatico annuale che è composto pure dalle tasse dei contribuenti, per la costruzione dei canili se i comuni li chiedono. Ma spesso se ne dimenticano. I comuni possono riunirsi in consorzio per la costruzione di un canile, ma preferiscono fare convenzioni con privati. Indovinate quanti privati si mettono in queste gestioni come seguaci di S. Francesco e non per lucro. I bandi di assegnazioni sono al ribasso, come nelle migliori tradizioni italiche. Poi si scopre che di soldi ne escono comunque tanti ma in compenso i cani muoiono. Certo, accalappiamento e incenerimento sono anche questi dei business. Vediamo alla voce Cicerale ed altri. Chi controlla? Giammai controllare, i Comuni si fidano, le Asl si fidano, i cittadini un po’ meno perché i soldi sono i loro.


Si parla di benessere animale, principio più volte ribadito dall’attuale impegnata Sottosegretario alla salute on.le Francesca Martini. Ma l’animale è trattato ancora come oggetto di proprietà. Il maltrattamento dei randagi è di serie B, eppure esiste il cane accudito. La legge n. 281/91 lo citava, ma oggi più che mai è un rischio lasciarlo in strada. Sembrava che la legge n. 189/2004 dovesse portare una rivoluzione con il rischio del carcere a chi maltratta e uccide un animale. Ai signori che regolarmente si divertono in tal guisa trema ancora l’orlo delle mutande.


Storia personale: siccome sono curiosa ho denunciato un maltrattamento con dolo continuato e aggravato e successiva morte dell’animale con esame autoptico, devo dire con parecchie lacune. Il tutto seguito per precisione da un avvocato specializzato in materia, risultato? Il magistrato ha deciso l’archiviazione. La prova del 9 che la legge non è stato un deterrente. E’ infatti una buona idea – come ha fatto l’AIDAA – andare a vedere quante condanne ci siano state e quante archiviazioni su questo tipo di reati. Siamo tutti molto curiosi di sapere – com’è lecito – se questa legge ha avuto effetti pratici. Per la nostra esperienza no. Ci saranno state anche condanne sporadiche da parte di qualche magistrato che ha posto l’attenzione o ha avuto un po’ di coscienza nel perseguire questi reati, ma non è certo la regola.


Il Prof. Mario Giordano, psichiatra e psicoanalista ha studiato gli aspetti psicologici e sociopatici della violenza sugli animali e ci sembra che i magistrati non possano continuare ad ignorare che le persone violente contro gli animali sono 5 volte più inclini a commettere crimini violenti contro le persone.(studio condotto dalla Northeastern University nel Massachussets).


Un cenno all’educazione, parola a volte dimenticata dalle famiglie. Ora i bambini sembrano allevati più che educati: cibo, sport, elettronica, tv, il bombardamento virtuale ne fa soggetti anaffettivi e quindi inclini a considerare gli animali come oggetti. Il rispetto per loro come esseri senzienti parte dalla famiglia e, se rimane il tempo, dalla scuola. Per fortuna non è così per tutti, quelli più seguiti da genitori attenti acquisiscono una coscienza rispettosa dell’ambiente e degli animali. Ci auguriamo che proprio da loro parta una nuova coscienza: i giovani erediteranno la terra, l’ambiente e le forme viventi che lo popolano.


Roberta Ratti, presidente LIDA Roma

0 Response to "Randagismo, un problema sempre più attuale"

Posta un commento