CREDERE AI GIORNALI?


Gira un articolo di giornale che ha irritato non poco tutti i volontari di Roma e provincia che da 3 anni sono impegnati in tutte le emergenze segnalate e che hanno riempito le loro case e quelle degli amici, pensioni, ecc. con animali randagi, strappati a maltrattamenti, feriti e curati a loro spese. Diminuito il randagismo, aumentate le adozioni! Certo che se le strutture non fanno entrare i cani e i gatti randagi l’abbandono diminuisce.


Se gli ospedali non facessero entrare i malati le statistiche direbbero che la popolazione è sana. Sulle aumentate adozioni mi è purtroppo capitato un caso personale. Per una segnalazione negativa alla Muratella per poco non finivo in tribunale, si voleva sapere tutto ciò che è coperto da privacy “perché il comune preme sulle adozioni”. Non è abitudine delle associazioni dare animali al primo che passa, generalmente parlando. Ci si può sbagliare perché siamo esseri umani e i malintenzionati si vendono bene ma nel tempo una cattiva adozione salta fuori e l’animale si deve riprendere. Abbiamo notato come la scomparsa anche nominativa dell’ufficio diritti animali abbia dato la stura a comportamenti di intolleranza fino all’avvelenamento frequente di colonie di gatti, ovunque in tutta Roma e provincia. Condomini intolleranti che fanno la guerra alle piccole colonie condominiali apponendo contro i gatti addirittura dissuasori appuntiti per i piccioni sulle parti comuni. Condomini che non sopportano l’abbaiare del cane che fa la guardia e svolge il suo lavoro, per altro nelle ore normali e non notturne. Segnalazioni di cani sulle strade di città, sulle consolari, negli autogrill, cuccioli e gattini gettati come immondizia che spesso muoiono perché troppo piccoli per sopravvivere. Gatti presi a sassate, cani cacciati che vagano scheletriti, branchi di cani che hanno sbranato gatti all’esterno dell’oasi di Villa Flora, a Portuense. Le ultime notizie sono che addirittura le suore (recidive, sembra) prese da pietà cristiana avvelenino mamme gatte con gattini, forse per non farli morire investiti si portano avanti con il lavoro. Se ognuno facesse una statistica approssimata per difetto di tutti gli interventi e i salvataggi fatti e li consegnasse al Comune per il rimborso spese sarebbero sicuramente belle cifre. Cifre che il comune ha risparmiato, cifre che noi comunque paghiamo con le nostre tasse tutti i mesi per poi integrarle con il volontariato a nostre spese. Ricordiamo anche l’aspetto sanitario degli interventi su animali randagi e il fatto che togliere un cane di grossa taglia dalla strada evita anche incidenti più o meno gravi per le persone.

Al capitolo sterilizzazioni troviamo la maggior parte del lavoro fatto a spese dei volontari. Quando lo fanno le asl danno l’appuntamento ma è a volte difficile dare l’appuntamento al gatto che di mala voglia si fa ingabbiare. Servono spesso giorni di pazienza. Questa è l’ultima arrivata nel mio zoo personale. Presa con la trappola ha battuto il naso che è diventato un patatone. Andava su e giù impazzita. Servirà molta pazienza per abituarla all’essere umano e renderla adottabile. Sto a buon punto. La ricetta infallibile è: coccole e cibo. I migliori canili e gattili non possono certo offrire un trattamento personalizzato oltre al fatto che in “collegio” è più facile esporsi a patologie, stressarsi, sentirsi abbandonati, avere le difese immunitarie sempre più basse anche per ragioni ambientali e lasciarci la pelliccia. Se poi le strutture vengono gestite da persone che degli animali se ne infischiano ma ci lucrano allora il bando è una presa in giro come vediamo nel fulgido esempio del canile di Rieti, tanto per citarne uno nella Regione. Sarebbe consigliabile che chi gestisce soldi pubblici e li distribuisce a strutture convenzionate per l’accoglienza dei randagi: 1) li controlli periodicamente non con il prosciutto sugli occhi perché magari sono amici o elettori; 2) pretenda registro entrate-uscite, morti, i libretti sanitari con le terapie e tutta la storia sanitaria dell’animale; 3) faccia entrare i volontari regolarmente in un regime di trasparenza; 4) promuova le adozioni controllate dai volontari sia prima sia dopo; 5) abbia un istruttore cinofilo che li renda adottabili evitando la nascita di comportamenti aggressivi, o passivi, di depressione, di squilibrio od altro. Poi chi gestisce un canile o gattile sul campo ne sa sicuramente più di me e soprattutto delle istituzioni che si dovrebbero affidare a chi pensa al benessere degli animali. Il costo è lo stesso. Anzi, spesso ad alti costi corrispondono pessime gestioni e canili lager, mentre i volontari che ad esempio conducono rifugi cercano di ottenere molto a costi ridotti. Finora, diciamolo, la legge n. 281/91 ignorata da moltissimi comuni, è servita ad altri per lucrare sulla pelle di poveri animali come è stato illustrato negli anni dalla cronaca di giornali e tv. Canili in gran parte del sud ma anche del nord hanno vergognosamente rappresentato una inciviltà di base ad alti costi. Le ultime notizie danno il famoso Cafasso da Cicerale introvabile. Quando si trattava di introitare i soldini pubblici che i vari comuni gli elargivano generosamente senza controllare come li impiegasse lui era lì a ritirarli! Il capitolo veterinari ASL è molto interessante. Sterilizzazioni quanto basta e con misura, controlli solo nei rifugi dei volontari, pretendono il microchip ma di sterilizzarli non se ne parla, sicchè i volontari si devono dividere i cani microchippati, dopo aver pagato i chip non resteranno i soldi per le crocchette, ma una priorità bisogna averla, prima i chip e poi il cibo, vuoi mettere? I canili comunali hanno l’immunità parlamentare o ci si va con il prosciutto sugli occhi, sugli allevamenti che riguardano la salute pubblica siamo tranquilli, ci vanno ogni tanti anni. Fa prima ad arrivare la televisione. Insomma, la scelta vegetariana è una scelta di disperazione. Scendere in pista per gli appelli di maltrattamenti non se ne parla, oppure con calma e per piacere. E sì che introiterebbero le multe! Su questo se la battono con la polizia urbana che non conosce leggi e regolamenti in materia di randagismo e tutela animale. Non ha avuto il tempo di leggere. Del resto la loro materia è vastissima e gli animali poco interessano. E sì che anche questi farebbero introitare un po’ di multe! Assenza di guinzaglio, assenza di chip, deiezioni non raccolte, maltrattamenti vari, mancata custodia, tenuta non idonea all’etologia dell’animale ecc. Mi fermo qui, mi sono fatta abbastanza nemici.

La verità fa male ma cercare di fare il proprio dovere fa bene. E c’è per fortuna chi fa il proprio dovere tra le categorie citate.


Roberta Ratti