UN PERICOLOSO PRECEDENTE

venerdì 28 maggio 2010 02:03 Pubblicato da Unknown 0 commenti
La vicenda dei cani della Basilicata al di là di tante iniziative, fumi di cambiamenti che non diventano mai arrosto, cioè fatti, è un pericoloso precedente. Tant’è che 10 cani anziani hanno avuto lo stesso trattamento di iniquo trasferimento. Cosa ci sia dietro questo business dei cani lo abbiamo capito tutti. Abbiamo capito che: 1) il benesssere animale non è il primo ma l’ultimo dei pensieri; 2) dietro queste manovre c’è il business dei canili avvolto in tanti misteri, che magari o no sarà scoperto tra 10 anni, vedi alla voce Cicerale. Ma ora sarà più difficile perché la giustizia sta rapidamente cambiando. 3) una legge mai completamente attuata è stata disattesa soprattutto dalle istituzioni e questo la dice lunga sulla differenza tra cittadini e amministrazioni. Le leggi sono solo per alcuni e non per tutti alla faccia “dell’uguale per tutti.” Come diceva un film con Tognazzi: chi comanda non sbaglia mai. E, citando Alberto Sordi nel Marchese del Grillo: Io so’ io e voi non siete un c…o!” Bè, è consolante sapere che i tempi non siano cambiati e i marchesi del grillo siano tanti strafottenti amministratori e politici che sembrano essere usciti da un allevamento costituito all’uopo. Forse ci sarà stata una scuola segreta di alta democrazia che ci è sfuggita.
Un sequestro chiesto il 23 di maggio è stato miracolosamente non convalidato il 26, la giustizia quando ci si mette è un battito di ciglia. Ora l’unica speranza per questi cani è l’adozione.
Noi crediamo alla legge di causa ed effetto perché è una legge naturale. Lo abbiamo visto e lo vedremo sempre più spesso. Quando si semina male, quando si offende la terra e la natura, quando il lucro regna sovrano ritorna tutto indietro come un boomerang. Non ci chiediamo perché accadono alluvioni, terremoti, tsunami, tanti uomini muoiono nei disastri. Sembra che non c’entri nulla eppure tutto c’entra. Buttare una bomba dentro l’oceano non è offesa da poco per la terra. Togliere alberi e costruire su terra riportata in punti fragili prima o poi si paga. E’ una mentalità di offesa verso l’ambiente (gli animali ne fanno parte) che torna sempre indietro. Gli allevamenti intensivi con uso di sostanze anche vietate e non controllati danneggiano la salute. Nascondere interi territori tossici a scopo di lucro non serve a chi ne morirà. Noi abbiamo fiducia che seminare bene nel tempo paga, noi abbiamo fiducia che il male che si fa gratuitamente torna indietro. Provocare inutili sofferenze alle creature viventi si paga, sempre. Questa è la legge naturale di causa ed effetto.

Roberta Ratti, pres. LIDA Roma

L’ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHI

martedì 25 maggio 2010 01:08 Pubblicato da Unknown 0 commenti

Difendere gli animali è molto difficile perché la cultura è lunga da cambiare. Spesso quando si interviene in loro difesa, privati o associazioni e guardie zoofile (che ora rischiano pure la vita) si hanno le armi spuntate malgrado la buona volontà di pochi.

Cosa possa succedere ora visto che le leggi cambiano, la giustizia è schiacciata dai tempi lunghi e l’ultimo pensiero riguarda il reato di maltrattamento e uccisione di animali, non è dato sapere.

Si deve riflettere sui modi e i tempi di intervento a difesa degli animali in quanto spesso si finisce per danneggiarli. Per la nostra ed altrui esperienza quando non ci si è mossi con il cervello e l’unione di tante persone si sono fatti danni e gli animali sono finiti dalla padella nella brace.

Ma la spinta la dà il cuore, lì è la fonte dell’azione. Vedere sì, ma anche sentire e fermarsi un attimo prima di agire. Consideriamo cosa si può fare senza scontri frontali destinati a peggiorare le situazioni. Quando la mentalità diffusa dà addirittura ragione a chi è “perseguitato” perché maltratta da anni i suoi animali, bisogna veramente essere creativi e cercare altre strade anche se si agisce secondo le normative vigenti.

Prudenza, molta prudenza e appello alla collaborazione delle autorità preposte a questo tipo di reati. Altrimenti, come dicono i passionali, viene da sferrare qualche calcione, ma non è previsto dalle leggi anche se è l’unico linguaggio che certa gente capisce. Non sarebbe disdicevole che i servizi veterinari, intasati dal lavoro e pochi in organico, quando intervengono descrivano i fatti, cioè come trovano gli animali, senza troppi aggettivi fuorvianti. I fatti sono fatti e basta una foto o un video per mostrarli. Una catena di 50 cm. si misura, la rogna la si vede dalle foto oltre che con una relazione veterinaria. Inutile parlare di condizioni precarie, o oscene come ci è capitato di leggere. Che vuol dire? La letteratura non ci sembra un esercizio opportuno per chi ha scelto una carriera scientifica. Se poi si vogliono dare giudizi si ipotizzi sulla sofferenza degli animali che è pure un dato reale e non certo illusorio. Il benessere degli animali si vede con gli occhi e si sente con il cuore. L’amore è la chiave di tutto.


Roberta Ratti, presidente LIDA Roma

STOP AL TRASFERIMENTO DEI CANI DALLA BASILICATA ALLA CALABRIA: in Basilicata si intravedono i primi segni di civiltà

lunedì 24 maggio 2010 08:43 Pubblicato da Unknown 0 commenti
Ieri 23/05/10 il Distretto di Potenza della Polizia Provinciale, nella persona del Responsabile del Servizio Vigilanza Ambientale Ten. Giuseppe di Bello , congiuntamente all’Agente Bruna Petrucelli e all’Agente Mauro Cocolicchio, hanno eseguito il sequestro penale a carico del Legale Rappresentante della Comunità Montana Alto Agri per reato di maltrattamento di animali d’affezione.

Sono stati così posti sotto sequestro n 367 cani ospitati presso il canile E.C.O di Potenza e presso il canile Pippo di Paterno, il cui trasferimento era già iniziato nei giorni scorsi , difatti dal Canile E.C.O di Potenza sono stati già trasferiti a Cassano allo Ionio n. 27 cani.
Il Consorzio Canili Basilicata nella persona del suo Presidente Pina Maselli e l’Associazione di difesa animali D.N.A Diritti- Natura Animali, nella persona della Presidente Maria Argenzio, esprimono grande gioia e soddisfazione per l’intervento effettuato dal Ten. Di Bello Giuseppe e dai suoi collaboratori con sensibilità e solerzia.
Tale intervento giudiziario rappresenta azione esemplare mirante a un minimo di ripristino della legalità , spesso violata in questa Regione anche nei riguardi degli animali ormai per legge“ esseri viventi a tutti gli effetti“ ;
Tutte le Istituzioni lucane preposte e la classe politica intera, da oltre un anno, hanno irresponsabilmente perseverato, con costante indifferenza, nella non considerazione della questione e nel non rispetto dei diritti primari degli animali, consentendone lo sradicamento dal loro ambiente; pur consapevoli che le azioni di trasferimento di cani da un canile all’altro o fuori Regione non apportano alcun contributo alla lotta al randagismo e determinano invece una inutile sofferenza psico-fisica agli stessi., trattandosi di esseri senzienti che sentono piacere, dolore, affetto e attaccamento al proprio habitat; azioni equivalenti a maltrattamento.
Auspichiamo che detto intervento possa porre fine a questo ingiusto trasferimento e che finalmente le leggi in materia di protezione e benessere degli animali , anche in Basilicata vengano giustamente recepite.
Questa vicenda , divenuta ormai di interesse nazionale , con interventi da parte del Ministero della salute e di decine di grandi Associazioni animaliste, darà una svolta alla questione diritti animali ed avrà certamente risonanza nazionale, anche da parte delle migliaia di persone che, non solo dall’Italia ma anche dall’estero, ne hanno da un anno chiesto alle Autorità preposte, via internet, il non trasferimento.



Potenza 24 /05/10

Per il Consorzio Canili Basilicata
la Presidente Pina Maselli
Cell. 3486007693

Per l’ Associazione D.N.A Diritti- Natura-Animali
la Presidente Maria Argenzio
Cell. 338/4569703

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

venerdì 21 maggio 2010 00:56 Pubblicato da Unknown 0 commenti
Foto scattata il 14 maggio 2010: questa cagna è una
randagia in c.da Strazzasiti: gli manca il pelo, è molto
spaventata e si nutre nei cassonetti dell’immondizia. Gli
ultimi suoi nati sono stati prelevati domenica 16/05/10 da
una volontaria e sono in cura tra la vita e la morte. Tra 3
mesi questa cagna in foto partorirà altri cuccioli … solo
se mai riuscirà a sopravvivere.
Sotto le foto dei suoi cuccioli.





Un’altra storia di un invisibile come tanti a Monreale: questo
yorkshire è stato soccorso la notte del 12 maggio 2010 in via
Cannolicchio a Monreale, era lì da giorni, forse da settimane,
accanto ai bidoni dell’immondizia. E’ morto dal veterinario
… non poteva neanche chiudere gli occhi perché la pelle
attorno gli occhi si era sgretolata…


Cucciola vagante trovata in c.da Real Celsi a
Monreale a gennaio 2010, temperatura esterna un
grado, bagnatissima, pancia gonfia a causa di un
blocco intestinale: dal retto le sono stati estratti
piccoli rami, carta, pezzi di ossa e plastica ….


23 agosto 2009, ci segnalano un cane in contrada
Giacalone a Monreale, arriviamo li e questa la scena
che si presenta ai nostri occhi….perdeva sangue
dagli occhi e dalle zampe.


Contrada Real Celsi, cane trovato con bacino storto,
zampa gonfia, affamato, denutrito.


Branco di cani stanziali tra l’immondizia …alcuni cuccioli li abbiamo salvati, erano per strada tra le macchine che sfrecciavano. Presenti all’appello 15 cuccioli e tre cagne denutrite e con le mammelle gonfie di latte. Tra qualche mese, oltre ai 15 cuccioli ce ne saranno altri 15 ed ancora tra altri sei mesi, un ciclo infinito ….





























Uccisi due volte

martedì 18 maggio 2010 14:49 Pubblicato da Unknown 0 commenti
In riferimento alla tragedia delle due guardie zoofile uccise - anzi assassinate - a Genova, vorrei spendere due parole in onore del sacrificio di due volontari che per far rispettare la Legge dello stato e del comune senso di tutela nei confronti degli animali, hanno perso la vita. Si è levata una campagna in difesa di questo atto crudele che ha visto prevalere l’arroganza di chi pensa che gli animali siano una proprietà, senza diritti e che si possano far vivere in una condizione di malgoverno, quasi come oggetti, alla mercè del capriccio quotidiano.

Fa molta rabbia leggere da persone, che si pensa di una certa intelligenza e cultura, la giustificazione di un atto così crudele che altro non è che il proseguimento della mentalità del possesso, della proprietà; la libera caccia al più debole, la moglie che rifiuta l’ubbidienza, il bimbo che si ribella, la rissa per il posteggio, lo sfruttamento degli animali... tutti atti autoritativi che configurano la piena proprietà degli oggetti di fruimento che se si rifiutano o se si ribellano, vanno eliminati. Sfogano frustrazioni represse, impotenti nella vita di tutti i giorni, sfogano la loro virilità (si fa per dire) sui più deboli e la dove il possesso cessa, dove l’autorità non si impone.. il rifiuto, la violenza, il sopruso, fino all’atto conclusivo: l’eliminazione fisica del problema… "sono abituato a essere padrone di vita e di morte, mi contrasti e io ti elimino".

Non pensano quei giornalisti o quelle associazioni venatorie, che la vita è vita per tutti e che la stessa vada vissuta con dignità, senza sofferenza. Si critica un atto autoritativo come il sequestro e non si valuta il motivo del provvedimento, i pregressi, la logica che traspare dai vari articoli di giornale o commenti è "poverino maltrattava i suoi animali ma tutto andava bene". Nascondiamo la testa nella sabbia, tanto "sono solo animali".

Questo è sciacallaggio, questo è disonorare chi è comunque morto per una causa.
Certo, i cacciatori pensano di aver diritto di vita e di morte sui poveri esseri che assassinano quotidianamente, ci sono abituati, ebbene è questa la logica che ha portato all'assassinio di due poveri volontari, armati solo di una grande umanità, del desiderio di tutelare i diritti degli animali.

Chi salva una vita salva il mondo intero, e loro, i volontari, sono morti per salvare il mondo...

Mi inchino e onoro profondamente queste due morti, causate dalla prepotenza di chi - da sempre - pensa di potersi arrogare il diritto di togliere la vita ad un essere indifeso o a chi nel giusto lo contrasta.

Il presidente nazionale LIDA

Giovanni Porta


comunicato (scandaloso) di Federfauna circa la morte delle due guardie zoofile liguri
http://www.federfauna.org/News/news.php?id=3251

articolo su Il Corriere della Sera
http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_14/guardia_uccisa_eroina_facebook_bc519fde-5f24-11df-8c6e-00144f02aabe.shtml

Dalla vergogna della Basilicata: comunicato stampa dell'associazione DNA

lunedì 17 maggio 2010 02:51 Pubblicato da Unknown 0 commenti
A TUTTI I MEZZI DI INFORMAZIONE

COMUNICATO STAMPA


L’Associazione di difesa animali D.N.A Diritti-Natura-Animali, nella persona della Presidente Maria Argenzio, ha assistito, con grande sofferenza e profonda indignazione, alle prime due giornate di trasferimento di una trentina di cani, dei 420 da prelevare, dal canile Eco di Potenza a un canile di Cassano allo Ionio in Calabria; operazioni che dureranno numerosi giorni e che si svolgono nel totale disinteresse di tutte le Istituzioni preposte e di tutta la classe politica a tutti i livelli, pur informate con documenti di richiesta di interventi, pur essendo l’argomento di dominio pubblico per le intere pagine dedicate alla questione da tutti i giornali locali e via internet a livello nazionale.

Oltre 2000 i messaggi inviati dal popolo di internet al Presidente De Filippo per bloccare lo spietato, crudele sradicamento dei cani dall’ambiente dove sono cresciuti; ma dalle Istituzioni Regionali non un’azione, non una parola…

Irresponsabile silenzio e indifferenza di De Filippo, di Dirigenti di settore e di tutti i Consiglieri regionali, probabilmente per scarsa sensibilità , scarsa conoscenza e cattiva interpretazione delle leggi di tutela animali, delle tematiche comportamentali degli animali e di tutta la questione” trasferimento dei 420 cani in Calabria”.

Per evitare tali azioni di vere e proprie deportazioni la Regione Puglia e la Regione Lazio hanno emanato prima una circolare, poi, recentemente, hanno modificato la Legge Regionale, inserendo il divieto di trasferire cani in canili fuori regione; la stessa proposta è stata da tempo inoltrata da vari soggetti all’Assessorato alla Sanità della Regione Basilicata, a cui ha fatto seguito anche un tavolo tecnico, purtroppo… a oggi…tutto rimane lettera morta…!

Nel corso della prima Riunione del Neo-Consiglio Regionale, mentre i Volontari DNA consegnavano a tutti i Consiglieri un documento di richiesta di impegno politico a favore della questione dritti animali e randagismo ormai incontrollato in Basilicata, tutti i Consiglieri intervenuti nel dibattito, promettendo mari e monti per lo sviluppo di questa martoriata Regione, si sono unanimemente impegnati in prima persona, a cambiare nell’imminente futuro, il volto di questa Regione, prima di tutto con l’ascolto delle istanze dei Cittadini…..ebbene…a oggi, nessun intervento da parte di alcuno,nonostante le richieste espressamente loro inoltrate; almeno per capire cosa succede sul proprio territorio, quantomeno i motivi dell’enorme mobilitazione nazionale…!

Pertanto l’unica certezza di gran parte del popolo lucano, ampiamente percepibile, è la convinzione ormai diffusa che in questa sfortunata Regione , oltre all’emigrazione forzata dei giovani alla ricerca di lavoro per sopravvivere, anche agli animali viene impedito di vivere sul proprio territorio…

BENVENUTI e ben accetti sono invece, esclusivamente le varie Multinazionali, l’ENI e il petrolio, con la distruzione e la consegna totale del territorio lucano ai mega-affari dei Potenti e alla desertificazione.


Potenza 15/5/10

Cell. 338/4569703


Per l’Associazione D.N.A la Presidente



LODE AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA'

sabato 15 maggio 2010 12:40 Pubblicato da Unknown 0 commenti

Nella confusione che regna sovrana, in cui si pensa e si fa tutto e il contrario di tutto, si litiga furiosamente, ci si divide a giorni alterni, c’è il seme della speranza. La speranza delle persone di buona volontà, a qualsiasi idea o corrente politica appartenga. Proprio come nell’ideogramma dello yin e dello yang, il bene contiene il male e viceversa. Sta a noi, singoli, decidere quale strada scegliere. Ora più che mai ciascuno di noi è chiamato alla consapevolezza. Noi difendiamo i senza voce, siamo i sindacalisti degli animali, la parte più bassa del volontariato. Ma molto vicina, idealmente, agli altri deboli: bambini, anziani, handicappati. E’ più facile che chi abbandona il proprio cane abbandoni anche il vecchio genitore, è una mentalità di egoismo e di scarsa responsabilità personale. Mai come ora nel campo che ci interessa prolificano leggi, ordinanze, articoli e servizi di stampa che hanno notato come l’argomento “tiri” e tutti ci si buttano anche per portare acqua al proprio mulino. Comunque quando l’intento è di aiutare gli animali e diffondere il rispetto per la loro vita va bene. Quello che si vive invece nella realtà quotidiana è quasi l’opposto. Gli enti locali, le autorità sanitarie che si devono occupare del randagismo rimangono spesso latitanti od ostili. La magistratura chiamata a far rispettare le leggi e che ha ben altro da fare visti i tempi tende ad archiviare i reati contro gli animali. Le leggi ci sono, peccato che siano per lo più inapplicate. Malgrado le sentenze chiare della Corte di Cassazione è già difficile che le autorità di polizia giudiziaria intervengano. Eppure è un loro dovere. Malgrado siano fissate sanzioni amministrative, ridotte purtroppo, per i reati di maltrattamento, che rappresenterebbero introiti per i disastrati Comuni sempre a corto di soldi, non avvengono cambiamenti, nessun Comune se la sente di multare i propri cittadini maltrattatori insegnando così il rispetto dell’ambiente e degli animali. Se gli animali vengono tenuti in una stalla in condizioni poco idonee ne risente anche la salute delle persone. Ma le asl fanno i controlli? Abbiamo visto che anche questo importante settore è carente. Qui le multe le intascherebbero le Regioni che anche loro non stanno così bene.

Siamo in hit parade come paese corrotto, ma ci sono ancora gli uomini di buona volontà. Saranno loro, quelli che oscuramente fanno il loro dovere a rischio anche dell’incolumità personale, a salvare il salvabile. Non si può generalizzare. Sembra che la collettività sia costituita da gente mediocre e forse è vero, ma esistono – soprattutto nel volontariato di tutti i tipi – persone splendide. Sembra che i politici siano tutti furbetti approfittatori, ma ci sono anche persone competenti e disinteressate che lottano per un’idea al di là degli emolumenti. Non è la maggioranza, certo, quando mai la maggioranza ha cambiato le cose? Le cose si cambiano dalle rivoluzioni dei singoli. Non bisogna farsi intimidire dai numeri. La verità e la giustizia non sono temi maggioritari. Abbiamo visto che non c’è corrispondenza tra la vita reale dei cittadini e la vita di chi li rappresenta. C’è chi vive nell’iperuranio e chi vive negli scantinati. Se qualcuno scende dall’iperuranio e butta un occhio negli scantinati allora vede e condivide la vita degli altri, quelli che vanno avanti con la buona volontà. E si crea una sinergia semplicemente tra le persone provviste di buona volontà. Senza etichette, senza schieramenti confusi e superflui, uniti solo dalla volontà di migliorare le cose, aperti a considerare le ragioni altrui. In fondo siamo uomini, condividiamo la terra, dobbiamo ritrovare un perduto istinto di sopravvivenza scomparso nelle pieghe delle offese al pianeta. Assistere allo spettacolo del mare nero al largo della Louisiana a chi non ha fatto male? E’ normale una cosa del genere? Gli uomini di buona volontà hanno la ferma intenzione di impedire altri disastri di questo tipo. Non si può continuare ad essere inconsapevoli al punto di suicidarsi. Ieri un’amica ci ha raccontato la storia tormentata di una famiglia vissuta nel largo raggio di Chernobyl: marito morto, due figli entrambi con tumori, uno con la leucemia e l’altro a 25 anni con un tumore ai polmoni. Un caso? Decidiamo cosa fare ciascuno ed insieme agli altri di buona volontà.
Assumiamoci la responsabilità della nostra vita. Non è più tempo di delegare.

In questo chi si occupa di animali parte favorito. Siamo abituati all’’interventismo, non possiamo delegare perché pochi ci ascoltano, paghiamo di tasca nostra e abbiamo la dignità personale che ne consegue, non aspettiamo che ci dirigano anzi dobbiamo noi ricordare leggi e leggine, per lo più inascoltati, non possiamo che contare sui pochi uomini di buona volontà. Non ci interessa a quale schieramento appartengano, il tutto è decisamente superato. Basta vedere in quale confusione ci si dibatte, senza direzione alcuna. Proprio in questi casi chi ha una direzione etica ha una marcia in più.

Roberta Ratti, presidente LIDA Roma



L.I.D.A. Nazionale - comunicato di condoglianze per la scomparsa di Paola Quartino ed Elvio Fichera

12:13 Pubblicato da Unknown 0 commenti
La LIDA NAZIONALE e in particolare le sezioni Lida Genova e Lida Tigullio esprimono le più sentite condoglianze ai famigliari delle vittime della sparatoria avvenuta a Sussisa.

Tutti i volontari sono vicini alle famiglie delle guardie zoofile e alle forze dell'ordine coinvolte nella vicenda.

Paola Quartino ed Elvio Fichera hanno perso la vita nello svolgimento delle loro funzioni di volontariato, portato avanti nella speranza e nella fiducia di poter ridare dignità a quel popolo di indifesi e senza voce che sono spesso gli animali.

Questo oscuro e ingiustificabile episodio rappresenta la punta dell'iceberg di un grandissimo problema socio-culturale ancora radicato nella nostra società.

Le guardie zoofile di Genova e del Tigullio e tutte le guardie zoofile della Lida Nazionale, stringendosi al dolore collettivo per questa folle tragedia, ribadiscono e confermano la loro determinazione a portare avanti, anche nel nome dei colleghi caduti, la loro opera in aiuto dei più deboli.

Vogliamo ricordare che le guardie zoofile sono sì, volontari, ma preparati ed autorizzati a svolgere funzioni e atti di polizia giudiziaria dietro autorizzazione e rilascio di un apposito decreto della Prefettura nell'ambito delle leggi sulla protezione degli animali.

L.I.D.A.
LEGA ITALIANA DEI DIRITTI DELL'ANIMALE

L.I.D.A
SEZIONE TIGULLIO

L.I.D.A.
SEZIONE GENOVA

P.S.: TUTTE LE SEZIONI DELLA LEGA ITALIANA DEI DIRITTI DELL'ANIMALE ADERISCONO AL PRESENTE COMUNICATO

Basilicata: per 420 cani solo 1 euro per andare a morire

giovedì 13 maggio 2010 02:07 Pubblicato da Unknown 0 commenti

"Parte il primo stock per la Calabria
Sta avendo grande eco in rete la vergognosa deportazione dei cani dalla Basilicata in Calabria che tutti i volontari conoscono come oasi degli animali. Vincere al ribasso, per andare a morire a spese del contribuente che ora finalmente capisce chi comanda veramente in Italia. Ci spiega a tutti la Regione Basilicata dove ha messo i 300 mila euro stanziati per il randagismo? E' l'Italia dei volontari che si dividono animali calabri e del sud con staffette, adozioni e quant'altro criticabili o meno, poi ognuno agisce secondo la sua responsabilità personale. Mentre chi lucra e li usa come carne da macello riceve soldi pubblici,cioè nostri. Quando qualcuno ci risponderà, cosa che da più di un anno non fa? Cito le interrogazioni parlamentari, gli articoli di stampa e tv locali, qui non si tratta di solo di cani, non siamo mica scemi!"
(Roberta Ratti da lazampa.it 13 maggio 2010)

"Informo che dal 13 maggio c.m., inizierà la deportazione dei 420 cani della Basilicata in uno dei tanti canili del sud, in Calabria, pare a Cosenza, malgrado le lotte combattute in rete, da un anno e un mese, esattamente. In questo paese più si è virtuosi, più si agisce per il benessere dei cani e più si devono affrontare indifferenza ed ostilità.

Domani è prevista al canile la visita di una scolaresca, chissà se nel canile calabrese dove andranno a finire i cani ci saranno le porte aperte e nulla da nascondere come in questo caso?

Ne dubitiamo. Con pervicacia il Presidente della Regione che mai ha voluto discutere la cosa e trovare un accordo, ha mantenuto il suo iniziale disegno.

Dando così prova del rispetto per la democrazia e per i suoi amministrati.

Dando prova che neanche legge le disposizioni in materia di tutela e benessere degli animali più volte ribadite dall’on.le Martini.

Possiamo solo diffondere questa ennesima vergogna.

Ed è triste considerare che è l’unica arma che abbiamo.

Grazie"

Roberta Ratti, presidente Lida Roma


FATTI

Solo 1 euro per andare a morire

La ditta ha vinto la gara d’appalto con tariffe bassissime, le bestie rischiano maltrattamenti”

ROMA – Deportati, affamati, usati per le lotte, per fare carne, semplicemente abbattuti. Cani da rendita, animali da macello. Potrebbe essere questo il destino di 420 randagi ospitati da circa dieci anni in due strutture della Basilicata e venduti per poco più di un euro ciascuno alla Calabria: nel giugno scorso Antonio Imperatrice, presidente della comunità montana Alto Agri di Potenza, ha deciso di offrirli per conto di 11 comuni al miglior acquirente. La gara è stata vinta da un mega canile a Cassano allo Ionio (Cosenza), che ha promesso di mantenere gli animali per 1 euro e sessanta centesimi l’uno al giorno.

Una tariffa ultra low cost visto che nel bando si precisa che nell’ammontare sono comprese le spese di alimentazione, assistenza veterinaria, accalappiamento dei cani nei territori della Comunità, smaltimento dei corpi delle bestie morte, anche di quelle che non appartengono a specie selvatiche né esotiche, dunque mucche e pecore per esempio. Nessuno dei canili della zona, neanche quelli che già accolgono i 420 cani, ha potuto competere nell’appalto. Prezzi troppo stracciati, ribasso vicino al sospetto che con quei pochi soldi i randagi avranno un futuro quanto meno dubbio.

Le associazioni animaliste si sono opposte inviando diverse diffide alle autorità locali, il popolo del web si è mobilitato, due interrogazioni parlamentari della senatrice Pd Donatella Poretti e una lettera aperta dei senatori Roberto Della Seta (Pd) e della stessa Poretti alla Regione Basilicata non hanno avuto ancora risposta. Il canile calabrese, una specie di maxi colonia da mille posti-cani, attende solo l’autorizzazione dell’antimafia per concludere l’affare: il via libera potrebbe arrivare entro dicembre.

Nonostante le proteste, nonostante un lungo e articolato parere contrario al trasferimento della Asl: lo “sradicamento” arrecherebbe «inutili sofferenze» agli animali dicono i servizi veterinari di Potenza. «E infliggere sofferenze rappresenta un reato ai sensi dell’art. 544 ter del Codice Penale» ricorda Annamaria Procacci, consigliere nazionale dell’Enpa (ente nazionale protezione animali), una delle promotrici della legge sul randagismo (la 281/91). «Abbiamo scritto pagine fondamentali per la cultura italiana con quella norma, così come quella del 2004, la 189, ha stabilito che i maltrattamenti sugli animali sono da considerare reati».
La battaglia va avanti, si annuncia un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per far luce, come ricorda l’Enpa, di «300mila euro nelle casse della Regione Basilicata per le politiche sul randagismo, mai spesi». L’estate scorsa il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha stabilito con l’ordinanza 163 (16 luglio 2009) un principio importante: gli animali di affezione sono «esseri senzienti» e quindi non sono merce o un problema di cui disfarsi. Appunto. Sarebbe un macello, anche della civiltà.

(da www.chiliamacisegua.org)

http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=12894